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Luca Casagrande – “Il Seneca” (“Seneca svenato” – “Se Nerone lo vuole”) – Cantata a voce sola di Basso e Basso Continuo (according the Cambridge manuscript) – Alessandro Stradella (1639 – 1682) – WORLD PREMIERE RECORDING

by Luca

Alessandro Stradella (1639 – 1682) – “Il Seneca” (“Seneca svenato” – “Se Nerone lo vuole”) – Cantata a voce sola di Basso e Basso Continuo (according the Cambridge manuscript) – WORLD PREMIERE RECORDING.
Centaurus Music Int. Studio Recording “Alessandro Stradella – Già le Spade nemiche – Cantate – Vol. II – WORLD PREMIERE RECORDING – ℗ 2009
© – Copyright by Luca Casagrande – Centaurus Music Int.

Luca Casagrande Baritone
M.° Filippo Ravizza Harpsichord
Artistic Director Filippo Ravizza
Producer Luca Casagrande.

“Il Seneca” (“Seneca svenato” – “Se Nerone lo vuole”)
Alessandro Stradella

“Se Nerone lo vuole
se lo soffron gli Dei
Seneca mora.
Non pavento quest’Hora:
ben che l’ultima sia ch’io miro il Sole.
Amici, non mi duole
la mia tragica Sorte
sò che sotto un mal Prencipe
la Morte primo Giorno è di Vita.
Con più dura Ferita
ecco pronto mi sveno
obbedisco al Tiranno
e vengo meno.

Quel Cesare spietato
che Roma incenerì
che di Straggi assetato
la Vita de’ più prossimi tradì
se meco incrudelì
fù Pietà, non fù Sdegno.

Sà che più d’ogni Strazio
odio il suo Regno.
Il non saper morire
in sì misera Età
in cui convien soffrire
strane Ingiustizie, ò farne
è gran Viltà.
E chi chiamar vorrà
la Morte una Sventura
quando la Vita
è sì crudel Sciagura.

In man degl’Empi il Mondo
non è Soggiorno amabile
con Petto imperturbabile
con Sembiante giocondo
corro al mio Fine.

Oggi che le Ruine
par che siano d’Innocenza
non è la Violenza
che Nerone mi dà
Caggion di Noia:
maggior de la sua Rabbia
è la mia Gioia.

Con Ciglio asciutto
e senza Pianto
e mi dò Vanto di versar tutto
quant’ho nelle mie Vene
Humor vivace.

Con questa Strage
sol spero aver Pace.
Di sì gran Scempio non mi lamento
e son contento che possa l’Empio
mio carnefice dir: ‘Seneca more
oggetto di Stupor, non di Dolore’.

Del tuo Maestro esangue
prendi ò Neron
la Vita e la Ricchezza
con l’istessa Allegrezza
che l’Oro t’offro
ti presento il Sangue
nulla di più vogl’io
mentre m’avvanza
per la tua Crudeltà
Petto e Costanza.

Dal mio Corpo trafitto
grondino à mille à mille
le sanguinose Stille.
Vissi innocente
sò morir invitto ”.

Tanto disse
e con Volto letissimo
n’andò nel Sangue involto
l’intrepido Filosofo alla Tomba
mà più che mai rimbomba
vive di lui la Fama
che morto non si chiama.
Chi di bella Virtù
l’Animo ha cinto
si può vantar
d’haver la Morte vinto.

 

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