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Alessandro Scarlatti (1660 – 1725) – Tre Sonate per Violoncello e Basso Continuo (Cello Sonatas or Sonatas for Cello & Continuo).

by Luca

Alessandro Scarlatti (1660 – 1725) – Tre Sonate per Violoncello e Basso Continuo (Cello Sonatas or Sonatas for Cello & Continuo).

Gabriele Garofano Cello

Basso Continuo:
Claudia Poz Cello
M.° Lucio Nanni Harpsichord

Centaurus Music Int. Studio Recording “Alessandro Scarlatti – Tiranna Ingrata – Cantate – Tre Sonate per Violoncello e Basso Continuo” WORLD PREMIERE RECORDING – Second edition ℗ 2009
First Edition ℗ 1997.
© Luca Casagrande

The three sonatas are in Milan, Biblioteca del Conservatorio, Fondo Noseda, O/47–1.
Grancino Editions published the sonatas in Facsimile and typeset
“Scarlatti: Three Sonatas FACSIMILE.
ECS4FACS. Three Sonatas for Two Violoncellos, Facsimile. by Alessandro Scarlatti (1660-1725).
Score: 20 pp..
Instrumentation: 2 cellos or cello with BC.
ISMN 979-0-60003-009-5.
Three Sonatas for Two Violoncellos, (c. 1700). Facsimile. Score.”

“ECS4. Three Sonatas for Two Violoncellos by Alessandro Scarlatti (1660-1725).
Edited by Nona Pyron & François Guéneux.
Score and Parts: 42 pp..
This is a 2010 modified version of the original Grancino publication released in 1982.
Instrumentation: 2 cellos or cello with BC.
ISMN 979-0-60003-008-8.
Three Sonatas for Two Violoncellos, (c. 1700).”

Queste Sonate, attribuite unanimemente – con l’eccezione di R. Kirkpatrick, che le attribuisce a Domenico Scarlatti – ad Alessandro Scarlatti, sono pubblicate da alcuni editori moderni: Zanibon, Schirmer e Grancino. Se ne conoscono due copie manoscritte. Una è conservata presso il “Fondo Noseda”, Conservatorio “G.Verdi”, di Milano, l’altra al “Civico Museo Bibliografico Musicale” di Bologna. La presente registrazione è basata sul raffronto tra le partiture a stampa e i manoscritti.
Le Sonate si presentano in quattro movimenti: Largo – Allegro – Largo – Presto (modello, questo, tipico della “Sonata da chiesa”). Il primo violoncello si muove sempre su una tessitura molto acuta, mentre al secondo – qui “integrato”, per così dire dall’intervento del cembalo – spetta un’elegante funzione di dialogo con il primo, su una tessitura sensibilmente meno acuta. Tutti i movimenti sono in tempo binario, con l’inizio in battere se lenti, in levare se veloci. Non sempre essi presentano, dopo la chiave, tutte le alterazioni necessarie e, in alcuni casi, contrariamente all’uso dell’epoca, i ritornelli sono scritti per esteso.
Il largo iniziale, solitamente, contiene vari episodi, sempre modulanti, che si avvalgono di svariate e differenti figurazioni musicali, l’ultimo episodio è ripetuto e conclude con una cadenza sospesa sul V grado, per collegarsi immediatamente all’Allegro successivo. Il primo Allegro è diviso in due sezioni, la prima delle quali termina nella tonalità del III o del V grado. Oltre ai ritornelli vi sono molte ripetizioni. Nella seconda sezione si trovano spesso episodi nuovi o inattesi passaggi al tono minore.
Il tempo lento centrale, che assume la denominazione di “Amoroso” o “Piano”, è in una tonalità vicina a quella dell’Allegro precedente e conclude sul V grado del tono d’impianto, sempre per collegarsi direttamente all’ultimo movimento. L’ultimo Allegro (“Presto” – “A tempo giusto”) è brevissimo e diviso in due parti; nella prima Sonata esso è una “Gavotta alla francese”. Nella seconda usa la “subsumptio praepositiva”, in altre parole una figurazione musicale che ne anticipa una successiva. Nella terza è una specie di “marcia in canone”.

(Lucio Nanni)

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